Recensioni

  • Articolo di Gentile da Urbino, Zero 51 Bologna

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    “Memini ergo sum” ma per continuare a vivere talvolta bisogna fare a pugni con la propria memoria. E in codesti casi volano gli stracci. La compagnia Instabili Vaganti affronta il paradosso del ricordo il cui accrescimento è spia dell’avanzamento progressivo della morte . […] Il rito è cercato ed esaltato e ha la forma di…

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  • Recensione di Manuela Rubbini (Storica dell’arte)

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    “Condensare il dramma dell’esistenza dell’uomo in gesti, suoni e movimenti essenziali; una danza tribale che vuole preservare il ricordo del passato e ricordare che sarà sempre così anche per i secoli a venire. I lutti ci saranno sempre, i drammi anche, fino a lasciare quel gesto d’amore senza frutto che é forse solo un ricordo…

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  • Recensione di Neus Mònico Fernández per Teatre Barcelona

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    Ieri abbiamo goduto di uno spettacolo che, purtroppo, oggi è in scena per l’ultima data: “Made in Ilva”. Cerco di informarvi nel più breve tempo possibile in modo che non lo perdiate, poiché è davvero il miglior spettacolo che abbiamo visto in questi giorni. Si tratta di un lavoro straordinario in tutti i sensi: luci,…

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  • Recensione di Alan Mauro Vai per DMAG WEB

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    […] Dopo aver collezionato numerosi premi per l’impegno civile e la sperimentazione, approda a Torino la fiaba “brutalizzante” del lavoro imposto, mal digerito e alienante dell’operaio, costretto ad agire nella fabbrica, bosco metallico irto di pericoli. La drammaturgia intreccia le testimonianze dei lavoratori dell’ILVA di Taranto a frammenti di testo del poeta Luigi di Riscio,…

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  • Recensione di Giovanni Bertuccio per WhipArt

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    […] E’ la Compagnia InstabiliVaganti, con Made in Ilva – l’Eremita contemporaneo ad inaugurare la stagione. […] Ispirato al diario di un operaio dell’ILVA di Taranto e dalle testimonianze di alcuni operai, l’Eremita contemporaneo fa riferimento alla vicenda reale dell’acciaieria più grande d’Europa. La condizione dell’intera città e dei suoi lavoratori, tra il desiderio di…

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  • Intervista di Katie Mitchell per The Public reviews

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    […] A Taranto il 30% della popolazione è affetta da tumore ai polmoni, mentre la fabbrica sta ancora crescendo floridamente. Perciò la performance da voce ad un punto di vista anticapitalista il quale mette in luce come la società accetti di nascondere problemi come questo sotto il tappeto, o sotto una pila di corpi morti…

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  • Recensione di Lucy Ribchester per Festmag

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    Arriva un punto, nel mezzo dello spettacolo Made in Ilva, in cui senti di star impazzendo anche tu. Allucinante il fatto che il performer Nicola Pianzola continua a ripetere ancora e ancora la “brutalizzazione” [del lavoro in fabbrica] mentre martella la gabbia metallica coi palmi delle mani (ormai sicuramente scorticati). Delirio col ritmo metallico che…

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  • Intervista di Diana Scarborough per BrodwayBaby

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    In una fusione di intensa fisicità, vocalizzazione e performance, ci troviamo di fronte a una figura simile a quella di un monaco, illuminata in controluce e che canta. Insomma, un’introduzione religiosa per la storia degli operai che lavorano nell’inferno dell’industria. Qui quella figura vi è trattenuta, veniamo a sapere, dalla necessità economica, mentre desidera andarsene…

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  • Recensione di Steven Fraser per TVBomb

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    […] L’attore inizia la sua performance dando le spalle al pubblico, seduto su un grosso sgabello di metallo, poi l’esplosiva performance prende avvio. Lo sgabello, se da un lato eleva il corpo di Pianzola, dall’altro funziona (oltre che come dispositivo di levitazione) anche come gabbia claustrofobica e come simbolo della grossa fabbrica metallurgica dipinta sul…

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  • The Flaneur

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    […] La performance si è sviluppata come combinazione di azioni fisiche ripetute, così come è per gli operai nel loro lavoro quotidiano. I suoni diventano ritmi ossessivi […] l’operaio solitario tenta di rompere la monotonia della sua vita – ma non c’è scampo. […] Pianzola è di fronte alla parete di fondo, seduto sopra una…

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