Il gruppo bolognese Instabili Vaganti cambia decisamente registro con uno spettacolo di ispirazione nettamente politica, “Lockdown Memory”, su regia e drammaturgia di Anna Dora Dorno e testo di Nicola Pianzola, che entra di petto nel lockdown, ribadendo subito come il consueto leitmotiv del ritorno alla normalità dovrebbe considerarsi obsoleto, perché la normalità che prima vivevamo era davvero imbarazzante, soprattutto per la generazione dei due autori e per un sistema politico, sociale ed esistenziale già in disfacimento, ben prima della pandemia. Il mezzo teatrale più forte che viene utilizzato non è tanto quello teatrale, che ci pare ancora debole e ripetitivo, ma sono le immagini mostrate che, collegandosi con tutto il mondo, ci propongono aspetti devastanti (e per lo più sconosciuti) che opprimono la società di molte parti del mondo. A sottolineare il messaggio sono poi i diversi artisti che fanno parte del progetto e che in prima persona testimoniano una normalità assolutamente detestabile: dalle proteste del movimento Black lives metter negli Stati Uniti alla rivolta sociale in Cile, dall’esodo di massa dalle megalopoli indiane sino al ritorno alla supposta normalità in Cina, dopo la tragedia, nella città di Wuhan. E un forte atto di accusa, non tanto sottovoce, arriva anche alla generazione di chi scrive
Recensione di Mario Bianchi per Krapp’s last post
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