Cosa succede quando le persone non sono libere di oltrepassare un confine, una frontiera? Quando anche il lavoro artistico è condizionato dalle circostanze politiche? Quando la Distanza trasforma l’assenza in una presenza ancor più forte e significativa dell’essere presente? Quando l’unico modo per essere insieme è quello di avvalorare l’assenza, rendendola presente attraverso l’arte, dedicando il nostro lavoro a chi non c’è, ma continua ad essere presente nei nostri pensieri, nelle nostre azioni, nei nostri ricordi. E così che il nostro agire diventa un movimento per riempire un vuoto, una danza per evocare la presenza. DISTANCE è una serie di micro performance, nata da un’indagine sul tema generale dei “confini” e della distanza fisica, geografica, sociale e interpersonale, generata dagli stessi, che trova unità in una linea narrativa, un montaggio di azioni, video, immagini e suoni, diretto da Anna Dora Dorno. La costruzione drammaturgica parte da un evento particolare: il mancato ottenimento del visto da parte di un artista tunisino, che avrebbe dovuto prendere parte a questo spettacolo e che invece non ha potuto attraversare il confine che separa i nostri Paesi. La sua “Assenza” diventa una presenza ancor più forte per gli artisti in scena, in quanto ne condiziona le azioni e li porta ad interagire con i suoi video, la sua voce e i suoi canti. Distanza, lontananza, assenza, impotenza dinanzi ad un limite invalicabile, a una frontiera, una prigione, a situazioni di guerra, sono queste le sensazioni che muovono i corpi dei performer nello spazio e ne ispirano i testi, per ribadire che tutti confini possono essere superati, le frontiere abbattute, i limiti sfidati attraverso l’arte, il teatro, la danza. Lo spettacolo nasce da una ricerca di Instabili Vaganti condivisa con i giovani performer e gli artisti internazionali del progetto Beyond Borders, che si sviluppa attraverso periodi di residenza artistica in Italia e all’estero, in cui i performer provenienti da differenti Paesi, avviano processi di interscambio, condivisione e creazione artistica, generando esiti performativi estemporanei e unici. Ogni volta che gli artisti riescono ad eludere la “Distanza” che li separa, e si incontrano in uno stesso spazio fisico, si genera una variante della struttura performativa, che acquisisce nuova linfa vitale, grazie alle suggestioni e ai particolari background culturali e artistici che differenziano gli artisti coinvolti. Partendo dalle riflessioni individuali degli attori e danzatori del progetto, DISTANCE vuole quindi mostrare i diversi approcci ai temi indagati, rispettando l’autorialità e l’originalità delle proposte dei performer e conferendo, allo stesso tempo, unità drammaturgica alla molteplicità delle voci presenti. Un meltin pot di culture e tradizioni performative che si un uniscono in un unica voce, una danza dedicata a chi non può essere con noi, a chi è in un Paese dal quale non può uscire, a chi è in un territorio dal quale deve fuggire o anche a chi non c’è più. This dance is for you!
DISTANCE /ðɪs/dɑːns/ This dance is for you
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